(da Regioni.it) Il
Comitato europeo delle Regioni (CdR) è pronto alla battaglia per
impedire che parte dei fondi Ue della politica di coesione vengano usati
per finanziare le riforme strutturali nazionali. Per la prima volta
negli ultimi 5 anni, il Comitato è deciso a sventolare il cosiddetto
"cartellino rosso" verso la proposta avanzata nei mesi scorsi dalla
Commissione Ue, portando la disputa - se necessario – davanti alla Corte
di giustizia dell'Unione. Gli enti locali europei ritengono infatti che
l'esecutivo comunitario abbia violato il principio di sussidiarietà con
la sua proposta di cambiare i regolamenti dei fondi strutturali già per
il periodo 2014-2020, prevedendo - attraverso una fase pilota - la
possibilità di usare una parte degli stanziamenti per i costi delle
riforme nazionali. Il testo è ora nelle mani di Consiglio Ue ed
Europarlamento, che hanno il compito di valutarlo ed eventualmente
approvarlo.
Alla proposta di Bruxelles si può aderire "su base
volontaria", e questa comunque "non riduce o intacca le somme allocate
agli Stati membri", sottolinea all'Ansa un portavoce dell'esecutivo
comunitario. La Commissione "è dell'opinione che queste ulteriori
possibilità rispettino il principio di sussidiarietà", aggiunge il
portavoce, "la nostra proposta è per una fase pilota nell'attuale
periodo finanziario, e non anticipa il nostro progetto sul prossimo"
bilancio Ue pluriennale "che sarà presentato a maggio" per il post 2020.
Il manifesto promosso dal Comitato delle Regioni ha nei giorni scorsi raccolto l'adesione dell'Anci. L'atto politico è stato ufficializzato nella sede dello stesso Comitato al termine della presentazione della posizione del governo italiano in difesa della politica di coesione fatta dal ministro per il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti (cfr. Regioni.it n. 3312). Anche la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha ufficializzato la sua adesione alla Alleanza per mano del Presidente dell'Abruzzo Luciano D'Alfonso. Anche in questo caso la decisione è stata presa all'unanimità.
E a Bruxelles si è recato anche per il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, che il 31 gennaio, poco prima dell'inizio della sessione plenaria, ha incontrato il presidente del Comitato delle Regioni Karl-Heinz Lambertz. Al centro del colloquio il tema della sussidiarietà, in maniera particolare per quanto riguarda il lavoro della taskforce nominata di recente dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, il cui coordinatore è proprio Lambertz, che dovrebbe presentare entro l'estate la propria relazione. "La taskforce - ha spiegato Kompatscher dopo l'incontro - ha il compito di elaborare proposte per i settori nei quali l'attività della UE dovrebbe essere ampliata o ridotta. L'obiettivo finale è quello di rafforzare le istituzioni dell'Unione puntando su una più chiara suddivisione delle competenze a livello europeo, nazionale e locale. Proprio su quest'ultimo punto ho espresso a Lambertz tutto il nostro appoggio, in quanto consentirebbe di organizzare le competenze in maniera tale da venire il più possibile incontro alle esigenze e alle necessità dei cittadini".
Il manifesto promosso dal Comitato delle Regioni ha nei giorni scorsi raccolto l'adesione dell'Anci. L'atto politico è stato ufficializzato nella sede dello stesso Comitato al termine della presentazione della posizione del governo italiano in difesa della politica di coesione fatta dal ministro per il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti (cfr. Regioni.it n. 3312). Anche la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha ufficializzato la sua adesione alla Alleanza per mano del Presidente dell'Abruzzo Luciano D'Alfonso. Anche in questo caso la decisione è stata presa all'unanimità.
E a Bruxelles si è recato anche per il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, che il 31 gennaio, poco prima dell'inizio della sessione plenaria, ha incontrato il presidente del Comitato delle Regioni Karl-Heinz Lambertz. Al centro del colloquio il tema della sussidiarietà, in maniera particolare per quanto riguarda il lavoro della taskforce nominata di recente dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, il cui coordinatore è proprio Lambertz, che dovrebbe presentare entro l'estate la propria relazione. "La taskforce - ha spiegato Kompatscher dopo l'incontro - ha il compito di elaborare proposte per i settori nei quali l'attività della UE dovrebbe essere ampliata o ridotta. L'obiettivo finale è quello di rafforzare le istituzioni dell'Unione puntando su una più chiara suddivisione delle competenze a livello europeo, nazionale e locale. Proprio su quest'ultimo punto ho espresso a Lambertz tutto il nostro appoggio, in quanto consentirebbe di organizzare le competenze in maniera tale da venire il più possibile incontro alle esigenze e alle necessità dei cittadini".
Dopo
che Lambertz ha assicurato la propria presenza al convegno del 4 aprile a
Bolzano sulla governance transnazionale alpina organizzato dall'Euregio
e dall'Eurac, anche Kompatscher ha sottoscritto il documento del
Comitato delle Regioni sulla politica di coesione dopo il 2020, la
cosiddetta #CohesionAlliance. La politica di coesione dell'UE, che oggi
equivale ad un terzo del bilancio dell'Unione, si pone come obiettivo
quello di ridurre le disparità regionali, creare posti di lavoro, aprire
nuove prospettive economico-imprenditoriali e affrontare le grandi
sfide globali come quelle poste da cambiamenti climatici e migrazione.
"Con questo documento - spiega il presidente Arno Kompatscher - ci si
impegna a mantenere inalterato il budget anche dopo il 2020, ad
applicare regole più flessibili per quanto riguarda gli aiuti statali, e
a mantenere e rafforzare le sinergie all'interno della UE in maniera
particolare per quanto riguarda la cooperazione territoriale e
transfrontaliera. Per rendere più efficiente la gestione dei fondi
strutturali, sarà infine di fondamentale importanza giungere ad una
semplificazione e sburocratizzazione delle procedure". Nel corso della
127esima sessione plenaria del Comitato delle Regioni il presidente si è
espresso in maniera favorevole al parere d'iniziativa del rumeno Csaba Borboly
riguardante la coesistenza con i grandi predatori nel rispetto delle
linee guida europee sulla protezione della natura. Si tratta di un
passaggio, fortemente sostenuto dalla Provincia di Bolzano, che punta ad
offrire maggiori margini di manovra alle istituzioni regionali e locali
nella gestione di lupi e orsi. Nel corso del dibattito il presidente
Arno Kompatscher ha sottolineato che "vi è l'urgente necessità di dare
alle regioni europee la possibilità di reagire con un sistema di
management adeguato ad una situazione oggettivamente straordinaria".
Durante la sua presa di posizione, il presidente altoatesino ha
ricordato le "particolari condizioni in cui opera l'agricoltura di
montagna dell'area alpina", aggiungendo che "in mancanza di risposte
incisive si corre il rischio di compromettere non solo una tradizionale
forma di crescita e sviluppo del nostro territorio, ma anche le
caratteristiche del paesaggio e la biodiversità. Il sentimento di
preoccupazione che emerge da una larga fetta della nostra popolazione
deve essere preso molto sul serio - ha spiegato Kompatscher - e ciò
comporta il fatto che sia data la possibilità agli enti locali e
regionali di incidere in maniera concreta sulla situazione con misure in
grado di gestire al meglio la presenza dei lupi. Solo in presenza di
una reale possibilità demandata a livello locale, le necessarie attività
di informazione e sensibilizzazione sul tema potranno risultare
efficaci". Sempre i grandi predatori, infine, sono stati al centro
dell'incontro di oggi (1° febbraio) con Jürgen Müller, capo di gabinetto
del Commissario europeo all'ambiente, Karmenu Vella. Al termine del
colloquio, il presidente Arno Kompatscher si è detto "convinto che la
portata delle sfide legate alla crescente presenza di lupi e orsi
nell'area alpina verrà riconosciuta dall'Unione europea. Da parte nostra
- ha spiegato - continueremo ad operare con impegno affinchè venga
tutelata al meglio la nostra agricoltura di montagna, un settore che
poggia le sue radici nella tradizione ma che è anche fortemente
orientato al futuro".
Anche Enrico Rossi è stato a Bruxelles per la plenaria del Comitato delle Regioni, soffermadosi sull'intervento del premier del Portogallo Costa che per il presidente della regione Toscana ha fatto "un discorso serio, di sinistra che io ho condiviso molto. Mi sono limitato a sostenere che abbiamo bisogno di un'Europa unita e di un'Europa che aumenti la propria dimensione sociale, dimostrandosi in grado di lottare contro le diseguaglianze e la disoccupazione" ha continuato il presidente che ha, tra l'altro, sottolineato la necessità di più risorse per l'Europa, che devono essere trovate tassando le transazioni finanziarie. A tal riguardo ha sostenuto: "dobbiamo applicare in Europa la tobin tax, trovare risorse per fare politiche sociali e di investimento e combattere davvero i populismi lo scetticismo europeista. L'Europa si basa su mercato e politiche sociali, che devono essere più finanziate" ha concluso Rossi. Un emendamento per contrastare la politica "anti coesione" e mantenere la possibilità di usare questi fondi a livello regionale, è stato poi presentato dal presidente della Regione Toscana a Bruxelles. Una propsta che nel corso della seduta plenaria del Comitato delle Regioni è stato approvato. Una scelta dettata da un preciso interesse territoriale, detta dall necessità di difendere "Centocinquanta milioni che la Toscana ha già previsto di utilizzare per il sostegno di imprese, lavoratori, infrastrutture e ambiente. Sono queste le risorse, già assegnate di qui al 2020, che la nostra regione - ha detto Rossi - potrebbe vedersi sottrarre nel caso di tagli ai fondi regionali da parte della Ue". Oggi "Sono in molti quelli che vogliono diminuire drasticamente l'ammontare del bilancio Ue destinato alla politica di coesione e che chiedono di ridurla a uno strumento per subordinare i fondi strutturali delle Regioni all'adozione di riforme economiche di competenza nazionale". E gli emendamenti firmati dal Presidente della Tiscana e approvati dalla plenaria riguardano proprio la proposta della Commissione europea di dare agli Stati membri la possibilità di utilizzare una parte dei fondi Ue assegnati alle regioni (la cosiddetta riserva d'efficacia) per finanziare i costi delle riforme strutturali nazionali. "Fino a ieri - ha continuato Enrico Rossi - ci siamo preoccupati di quelle che saranno le risorse per le Regioni dopo il 2020. Oggi si parla di tagli del 6% del piano finanziario attuale 2014-2020, che in Toscana si traducono con una revoca di 150 milioni di euro di fondi già assegnati". Così "si apre la strada a una politica di coesione post 2020 che, per la prima volta, devia dagli obiettivi di sviluppo territoriale che le sono assegnati dai Trattati", sottolinea il governatore, che ha "segnalato questo rischio" in una lettera al presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, chiedendo di aprire un dibattito sul tema.
Anche Enrico Rossi è stato a Bruxelles per la plenaria del Comitato delle Regioni, soffermadosi sull'intervento del premier del Portogallo Costa che per il presidente della regione Toscana ha fatto "un discorso serio, di sinistra che io ho condiviso molto. Mi sono limitato a sostenere che abbiamo bisogno di un'Europa unita e di un'Europa che aumenti la propria dimensione sociale, dimostrandosi in grado di lottare contro le diseguaglianze e la disoccupazione" ha continuato il presidente che ha, tra l'altro, sottolineato la necessità di più risorse per l'Europa, che devono essere trovate tassando le transazioni finanziarie. A tal riguardo ha sostenuto: "dobbiamo applicare in Europa la tobin tax, trovare risorse per fare politiche sociali e di investimento e combattere davvero i populismi lo scetticismo europeista. L'Europa si basa su mercato e politiche sociali, che devono essere più finanziate" ha concluso Rossi. Un emendamento per contrastare la politica "anti coesione" e mantenere la possibilità di usare questi fondi a livello regionale, è stato poi presentato dal presidente della Regione Toscana a Bruxelles. Una propsta che nel corso della seduta plenaria del Comitato delle Regioni è stato approvato. Una scelta dettata da un preciso interesse territoriale, detta dall necessità di difendere "Centocinquanta milioni che la Toscana ha già previsto di utilizzare per il sostegno di imprese, lavoratori, infrastrutture e ambiente. Sono queste le risorse, già assegnate di qui al 2020, che la nostra regione - ha detto Rossi - potrebbe vedersi sottrarre nel caso di tagli ai fondi regionali da parte della Ue". Oggi "Sono in molti quelli che vogliono diminuire drasticamente l'ammontare del bilancio Ue destinato alla politica di coesione e che chiedono di ridurla a uno strumento per subordinare i fondi strutturali delle Regioni all'adozione di riforme economiche di competenza nazionale". E gli emendamenti firmati dal Presidente della Tiscana e approvati dalla plenaria riguardano proprio la proposta della Commissione europea di dare agli Stati membri la possibilità di utilizzare una parte dei fondi Ue assegnati alle regioni (la cosiddetta riserva d'efficacia) per finanziare i costi delle riforme strutturali nazionali. "Fino a ieri - ha continuato Enrico Rossi - ci siamo preoccupati di quelle che saranno le risorse per le Regioni dopo il 2020. Oggi si parla di tagli del 6% del piano finanziario attuale 2014-2020, che in Toscana si traducono con una revoca di 150 milioni di euro di fondi già assegnati". Così "si apre la strada a una politica di coesione post 2020 che, per la prima volta, devia dagli obiettivi di sviluppo territoriale che le sono assegnati dai Trattati", sottolinea il governatore, che ha "segnalato questo rischio" in una lettera al presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, chiedendo di aprire un dibattito sul tema.