Il Parlamento europeo e il Consiglio dell'Unione europea hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sulle nuove e ambiziose norme proposte dalla Commissione per contrastare i rifiuti marini alla fonte e che si concentrano sui 10 prodotti di plastica che più di frequente vengono trovati sulle nostre spiagge e sugli attrezzi da pesca abbandonati.
L'accordo si basa sulla proposta sulla plastica monouso presentata a maggio dalla Commissione nell'ambito della prima strategia globale sulla plastica,
adottata all'inizio di quest'anno, al fine di proteggere i cittadini e
l'ambiente dall'inquinamento causato dai rifiuti di plastica e favorendo
al tempo stesso la crescita e l'innovazione. Le nuove norme si
inseriscono nel più ampio sforzo volto a rendere l'Europa un'economia
più sostenibile e circolare rispecchiato dal piano d'azione sull'economia circolare
adottato nel dicembre 2015. In questo modo le imprese e i consumatori
europei si configureranno come leader mondiali nella produzione e
nell'utilizzo di alternative sostenibili per evitare i rifiuti marini e
l'inquinamento degli oceani, affrontando un problema che ha
ripercussioni a livello mondiale.
Misure diverse per prodotti diversi
La
nuova direttiva dell'UE sulla plastica monouso sarà lo strumento
giuridico più ambizioso a livello globale che affronti il problema dei
rifiuti marini. Essa prevede misure diverse da applicare alle diverse
categorie di prodotti. Quando le alternative sono facilmente disponibili
e accessibili, i prodotti in plastica monouso saranno banditi dal
mercato, ed è questo il caso di bastoncini cotonati, posate, piatti,
cannucce, mescolatori per bevande, aste per palloncini, prodotti in
plastica oxo-degradabile e contenitori per alimenti e bevande di
polistirene espanso. Per altri prodotti l'attenzione si è concentrata
invece sulla limitazione del loro uso riducendo il consumo a livello
nazionale, sui requisiti di progettazione ed etichettatura e sugli
obblighi di gestione e bonifica dei rifiuti previsti per i produttori.
Prossime tappe
L'accordo
provvisorio raggiunto oggi deve ora essere formalmente approvato dal
Parlamento europeo e dal Consiglio. Dopo la sua approvazione, la nuova
direttiva sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea e
gli Stati membri saranno tenuti a recepirla dopo due anni.
Contesto
L'iniziativa odierna traduce l'impegno, annunciato nella strategia europea sulla plastica,
di affrontare con un intervento legislativo il dispendioso problema dei
rifiuti di plastica e dei relativi danni. Le misure proposte aiuteranno
l'Europa a compiere la transizione verso un'economia circolare, a
realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite e a
onorare gli impegni assunti sul fronte del clima e della politica
industriale.
Nel dicembre 2015 la Commissione Juncker ha adottato un nuovo ambizioso pacchetto sull'economia circolare
per aiutare le imprese e i consumatori europei a compiere la
transizione verso un'economia più forte e più circolare, in cui le
risorse sono utilizzate in modo più sostenibile. Il pacchetto, superando
i compartimenti stagni in seno alla Commissione, contribuisce a
priorità politiche di ampio respiro affrontando le problematiche dei
cambiamenti climatici e ambientali e stimolando la creazione di posti di
lavoro, la crescita economica, gli investimenti e l'equità sociale. È
stato elaborato dal gruppo di coordinamento principale del progetto,
co-presieduto dal primo Vicepresidente Frans Timmermans e dal Vicepresidente Jyrki Katainen, con il pieno coinvolgimento dei Commissari Karmenu Vella ed Elżbieta Bieńkowska.
Molti altri commissari sono stati coinvolti nella sua preparazione e
hanno contribuito a individuare gli strumenti di intervento più efficaci
in una vasta gamma di ambiti.
La direttiva proposta ricalca
l'approccio simile, rivelatosi vincente, della direttiva del 2015 sui
sacchetti di plastica che ha di fatto cambiato rapidamente il
comportamento dei consumatori. Le nuove misure permetteranno di
realizzare al tempo stesso benefici economici e ambientali, quali ad
esempio:
- si eviterà l'emissione di 3,4 milioni di tonnellate di CO2 equivalente;
- si scongiureranno danni ambientali per un costo equivalente a 22 miliardi di EUR entro il 2030;
- si genereranno risparmi per i consumatori dell'ordine di 6,5 miliardi di EUR.
La direttiva sulla plastica monouso è integrata da altre misure adottate contro l'inquinamento marino, quali la direttiva relativa agli impianti portuali di raccolta,
su cui il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo
provvisorio solo la scorsa settimana. Essa si occupa dei rifiuti delle
navi, rivolgendo una particolare attenzione ai rifiuti marini prodotti
in mare, e stabilisce misure volte ad assicurare che i rifiuti prodotti a
bordo di navi o raccolti in mare siano sempre riportati a terra,
riciclati e trasformati nei porti.
All'inizio di questo mese la Commissione europea ha inoltre avviato l'"alleanza circolare sulle materie plastiche",
un'alleanza dei principali portatori d'interessi dell'industria che
coprono l'intera catena del valore della plastica nell'ambito dei
continui sforzi volti a ridurre la dispersione di plastica, aumentare la
plastica riciclata e stimolare l'innovazione del mercato. L'obiettivo
dell'alleanza è quello di migliorare la redditività e la qualità del
riciclaggio delle materie plastiche in Europa, e in particolare di
superare il principale ostacolo identificato al buon funzionamento del
mercato UE delle plastiche riciclate, rafforzando la corrispondenza tra
offerta e domanda di plastica riciclata.